Il contratto di agenzia può essere risolto per iniziativa della casa mandante qualora questa disponga modifiche unilaterali di sensibile entità alle condizioni economiche del rapporto, purché tali modifiche incidano direttamente e concretamente sulle provvigioni spettanti all'agente in misura superiore al 20% rispetto all'anno precedente. L'agente, in tal caso, può comunicare di non accettare le variazioni, con l'effetto di determinare la cessazione del rapporto per iniziativa della mandante. Tuttavia, le modifiche organizzative e commerciali generali disposte dalla casa mandante, che non incidano direttamente sulle condizioni del contratto individuale dell'agente, non legittimano l'agente a invocare tale facoltà di recesso, anche qualora tali modifiche possano avere riflessi indiretti sulla redditività del rapporto. L'agente può recedere senza penale solo nel caso in cui la mandante introduca figure professionali paritetiche o superiori all'agente nell'organizzazione commerciale, in disaccordo con l'agente stesso, e non per altre tipologie di modifiche organizzative.