La Corte di Cassazione, nell'esaminare i ricorsi proposti dagli imputati e dalla parte civile, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. In tema di appello, la Corte di Appello ha correttamente ritenuto ammissibile l'impugnazione del Pubblico Ministero, il quale aveva ricostruito in modo adeguato l'ipotesi accusatoria, i fatti, l'evoluzione dei rapporti personali, le ragioni per cui la variante fu approvata senza le dovute verifiche, nonché gli elementi indiziari che conducevano a ritenere l'esistenza di un accordo corruttivo. L'atto di appello, seppur non articolato in modo analitico, ha spiegato il vizio del ragionamento probatorio della sentenza di primo grado. 2. Tuttavia, i ricorsi degli imputati (OMISSIS) e (OMISSIS) sono fondati con riferimento alle statuizioni civili. In assenza di impugnazione della parte civile, le questioni relative alla domanda risarcitoria non potevano essere devolute in sede di appello, con conseguente violazione degli artt. 576-597 c.p.p. Inoltre, non è ammissibile una condanna risarcitoria in sede di appello che, in riforma di una sentenza di assoluzione, dichiari l'estinzione del reato, difettando il presupposto della esistenza di una sentenza di condanna. 3. Pertanto, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio limitatamente alle statuizioni civili, mentre per il resto il giudizio deve essere rinviato ad altra sezione della Corte di Appello di Torino per un nuovo esame.