La premeditazione dell'omicidio può essere desunta da una pluralità di elementi indiziari, quali: 1. Il mutamento di fatto del ruolo e della posizione della vittima all'interno dell'organizzazione aziendale, anche a seguito di una riorganizzazione formale, che abbia determinato un ridimensionamento della posizione della vittima e una conseguente apprensione nell'imputato per il proprio futuro in azienda. Tali elementi, anche se non direttamente incidenti sui ruoli formali, possono costituire il movente del delitto. 2. La preordinazione del mezzo criminoso, come l'acquisto di un'arma non abitualmente presente nei luoghi di lavoro, che risulti nuova e non riconducibile all'ambiente aziendale. In tal caso, il giudice può legittimamente inferire che l'imputato abbia procurato l'arma in vista della commissione del delitto. 3. La manifestazione anticipata del proposito criminoso, come l'enfatizzazione da parte dell'imputato di pretesi propositi suicidari della vittima, al fine di accreditare una falsa tesi del suicidio, costituisce un indice sintomatico della premeditazione. Tali elementi, valutati nel loro complesso e in un'ottica unitaria, possono fondare un giudizio di premeditazione, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singola allegazione difensiva, purché la motivazione risulti logica e adeguatamente giustificata.