Il diritto all'istruzione parentale, costituzionalmente garantito, può essere esercitato dai genitori, i quali hanno l'obbligo di comunicare annualmente al dirigente scolastico la volontà di avvalersene, dimostrando di avere la capacità tecnica ed economica adeguata. Tale comunicazione, pur dovendo essere presentata entro il termine fissato per le iscrizioni scolastiche, non è soggetta a decadenza in caso di inosservanza del termine, il quale deve essere considerato ordinatorio e non perentorio. Pertanto, il diniego del dirigente scolastico di autorizzare l'istruzione parentale per il mancato rispetto del termine o per l'assenza di cause di eccezionalità è illegittimo, in quanto viola il diritto costituzionale dei genitori di scegliere liberamente la modalità di istruzione dei propri figli, nel rispetto dei requisiti previsti dalla legge. L'amministrazione scolastica, nel bilanciare l'interesse pubblico all'ordinato svolgimento del servizio educativo e il diritto costituzionale all'istruzione parentale, non può imporre limiti temporali o condizioni ulteriori rispetto a quanto stabilito dalla normativa, la quale mira a garantire il diritto all'istruzione in tutte le sue forme, senza discriminazioni.