La Corte di Cassazione, in tema di estradizione per l'estero, afferma che quando dagli atti del procedimento risulti compiutamente identificato l'estradando come la persona destinataria del provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dall'autorità giudiziaria straniera, a nulla rileva che l'autorità richiedente non abbia fornito i dati segnaletici o gli altri requisiti di identificazione previsti dall'art. 700 c.p.p., comma 2, lett. c). Inoltre, la Corte di appello, nel valutare la domanda di estradizione, non si limita ad un controllo meramente formale della documentazione allegata, ma accerta, ai sensi dell'art. 705 c.p.p., comma 1, che in essa risultino indicate le ragioni per le quali, nella prospettiva dello Stato richiedente, sia stata ritenuta probabile la commissione del reato ascritto all'incolpato, in assenza di prove a discarico, chiare ed incontrovertibili, della sua innocenza. Pertanto, il ricorso avverso la sentenza che ha deliberato in senso favorevole all'estradizione deve essere dichiarato inammissibile, in quanto il motivo proposto è manifestamente infondato e diverso da quelli consentiti dalla legge.