Le tabelle millesimali di un condominio, approvate dall'assemblea condominiale e utilizzate per oltre 60 anni senza contestazioni, devono ritenersi valide ed efficaci in virtù di una convenzione contrattuale tacita tra i condomini, anche in assenza di una formale delibera di approvazione, purché non si riscontrino errori essenziali nella loro determinazione. La revisione giudiziale delle tabelle millesimali ai sensi dell'art. 69 disp. att. c.c. è ammessa solo in presenza di errori essenziali, che attengano alla determinazione degli elementi necessari per il calcolo del valore delle singole unità immobiliari, come l'estensione, l'altezza o l'ubicazione, e non di meri errori di fatto o di diritto derivanti dall'adozione di criteri più o meno soggettivi. L'onere di provare l'esistenza di tali errori essenziali grava sulla parte che agisce in giudizio per ottenere la revisione. Le modifiche nelle unità immobiliari, come frazionamenti, accorpamenti o variazioni di destinazione d'uso, possono incidere sui criteri di ripartizione delle spese condominiali, ma non necessariamente sui valori millesimali di proprietà, salvo che non comportino un'alterazione di almeno un quinto del valore proporzionale dell'unità immobiliare di un singolo condomino. Inoltre, l'attribuzione di millesimi a beni comuni condominiali non destinati all'uso esclusivo non è obbligatoria ai fini della determinazione delle tabelle millesimali. Infine, la mancata partecipazione di una parte al procedimento di mediazione obbligatoria non comporta automaticamente una valutazione negativa ai fini della liquidazione delle spese di lite, essendo rimessa al prudente apprezzamento del giudice la determinazione di tali spese sulla base del principio della soccombenza.