L'azione revocatoria ordinaria, disciplinata dagli artt. 2901 c.c. e 66 l. fall., consente al creditore di far dichiarare inefficaci gli atti compiuti dal debitore in pregiudizio delle sue ragioni creditorie. Il presupposto oggettivo dell'azione (eventus damni) sussiste non solo quando l'atto dispositivo comprometta totalmente la consistenza patrimoniale del debitore, ma anche quando determini una variazione soltanto qualitativa del patrimonio che comporti una maggiore incertezza o difficoltà nel soddisfacimento del credito. Pertanto, la sostituzione di beni facilmente aggredibili in via esecutiva con beni, quali il denaro, facilmente distraibili dall'azione esecutiva, integra l'eventus damni, a prescindere dall'effettiva diminuzione quantitativa del patrimonio del debitore. Ai fini della valutazione del profilo soggettivo (scientia damni e partecipatio fraudis), è sufficiente la consapevolezza del terzo acquirente che, mediante l'atto di disposizione, il debitore diminuisca il proprio patrimonio e, quindi, la garanzia spettante ai creditori, in modo tale da recare pregiudizio alle ragioni di costoro. Tale consapevolezza può essere provata anche attraverso presunzioni, come la commistione tra debitore e terzo acquirente e la contiguità temporale tra il compimento degli atti dispositivi e la situazione di crisi conclamata del debitore.