Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16928 del 20 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:16928PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione mafiosa di cui all'articolo 416-bis c.p. postula un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare non già uno "status" di appartenenza, bensì un ruolo dinamico e funzionale, in esplicazione del quale l'agente "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. La nozione di "partecipazione" non solo implica un organico e stabile inserimento nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa, ma comporta anche, all'interno di essa, l'assunzione di un ruolo effettivo e, in attuazione dei vincoli assunti, l'adempimento dei compiti funzionali al raggiungimento degli scopi perseguiti dal sodalizio e la disponibilità per le attività organizzate dal medesimo. Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante della disponibilità di armi prevista dall'articolo 416-bis, comma 4, c.p., è sufficiente che il partecipe sia consapevole del possesso di armi da parte degli associati o lo ignori per colpa, essendo irrilevante che la disponibilità di armi sia correlata agli scopi perseguiti dall'associazione criminosa, purché si tratti di armi che non siano di uso personale esclusivo dei partecipi che le detengono. In tema di reati concernenti gli stupefacenti, la fattispecie associativa prevista dall'articolo 74, comma 6, d.P.R. n. 309 del 1990 è configurabile a condizione che i sodali abbiano programmato esclusivamente la commissione di fatti di lieve entità, predisponendo modalità strutturali e operative incompatibili con fatti di maggiore gravità e che, in concreto, l'attività associativa si sia manifestata con condotte tutte rientranti nella previsione dell'articolo 73, comma 5, d.P.R. n. 309 del 1990. Ai fini della confisca cd. "allargata" prevista dall'articolo 240-bis c.p., rilevano unicamente i due presupposti indicati: che i beni da acquisire si trovino nella disponibilità diretta o indiretta dell'interessato, purché dichiarato responsabile di uno dei reati-presupposto, e che il loro valore sia sproporzionato rispetto al reddito dichiarato o all'attività economica esercitata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
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(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS)…

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