Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20836 del 16 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:20836PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La chiamata in correità o in reità de relato, pur costituendo un mezzo di prova ammissibile nel processo penale, richiede particolari cautele nella valutazione della sua attendibilità e capacità probatoria. In particolare, il giudice deve verificare: 1. La credibilità soggettiva del dichiarante, valutata alla stregua di elementi personali quali le sue condizioni socio-economiche e familiari, il suo passato, i rapporti con l'accusato, la genesi e le ragioni che lo hanno indotto alla confessione e all'accusa dei coautori e complici. 2. L'attendibilità intrinseca del contenuto dichiarativo, desunta da dati quali la spontaneità, la verosimiglianza, la precisione, la completezza della narrazione dei fatti, la concordanza tra le dichiarazioni rese in tempi diversi. 3. La riscontrabilità oggettiva del chiamante attraverso il riferimento a elementi estrinseci al suo contributo dichiarativo, che non devono necessariamente avere la consistenza di una prova autosufficiente e possono consistere in elementi o dati probatori di qualsiasi tipo e natura, ivi compresi ulteriori contributi dichiarativi. Tuttavia, quando la chiamata in correità o in reità de relato si basa su una confessione stragiudiziale riferita dal dichiarante, il giudice deve compiere una doppia valutazione, verificando non solo l'attendibilità intrinseca, soggettiva e oggettiva, del dichiarante in relazione al fatto storico della narrazione percepita, ma anche l'attendibilità della fonte primaria di conoscenza e la genuinità del suo narrato, che integra l'elemento di prova più significativo del fatto da accertare. Pertanto, la mera convergenza di più dichiarazioni accusatorie non è sufficiente a ritenere provata la responsabilità dell'imputato, essendo necessario che il giudice di merito valuti approfonditamente il contenuto delle singole dichiarazioni, anche in relazione al complesso degli elementi acquisiti, al fine di accertarne la veridicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore generale presso la Corte di appello di Catanzaro e da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di assise di appello di Catanzaro in data 22/12/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Carlo Renoldi;
udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Piergiorgio Morosini, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata relativamente alla co…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.