Il legale rappresentante di una società che, al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, omette di presentare la dichiarazione annuale pur essendovi obbligato, commette il reato di omessa dichiarazione di cui all'art. 5 del D.Lgs. n. 74 del 2000, anche qualora l'accertamento dell'imponibile sia effettuato in via induttiva dall'ufficio finanziario sulla base della documentazione contabile acquisita, senza che la difesa abbia fornito elementi idonei a confutare tale ricostruzione. In tali casi, il giudice penale può legittimamente fondare il proprio convincimento sulle risultanze dei verbali di constatazione o delle informative redatti dagli organi verificatori, nonché sull'accertamento induttivo dell'imponibile operato dall'ufficio finanziario, in assenza di una corretta tenuta della contabilità da parte dell'imputato. La condotta dolosa e preordinata di omissione della dichiarazione, finalizzata all'evasione delle imposte, giustifica l'irrogazione di una pena congrua e proporzionata, con l'applicazione delle pene accessorie previste dall'art. 12 del D.Lgs. n. 74 del 2000 e la confisca del profitto del reato ai sensi dell'art. 12-bis del medesimo decreto legislativo.