Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25075 del 9 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:25075PEN

Massima

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La qualifica di amministratore di fatto di una società fallita, ai fini della responsabilità per i reati di bancarotta fraudolenta, si configura quando il soggetto, pur formalmente privo di cariche sociali, esercita in modo continuativo e significativo i poteri tipici inerenti alla gestione dell'impresa, limitandone l'autonomia e riducendo gli amministratori formali a meri esecutori materiali delle direttive impartite. Tale qualifica può desumersi da elementi sintomatici, quali l'intestazione di una carta di credito sul conto della società, il conferimento di incarichi gestionali rilevanti, l'inserimento organico del soggetto nell'attività aziendale. La condotta di bancarotta fraudolenta documentale, consistente nell'omessa o distruttiva conservazione della contabilità sociale, integra il dolo specifico di arrecare pregiudizio ai creditori, indipendentemente dalla circostanza che il soggetto abbia poi consegnato al curatore fallimentare parte della documentazione. Integra bancarotta fraudolenta per distrazione il prelievo di somme dai conti della società fallita per finalità estranee all'attività d'impresa, anche in assenza di un saldo passivo del conto, in quanto tale condotta riduce comunque la possibilità di soddisfacimento dei creditori. Le operazioni dolose di cui all'art. 223, comma 2, n. 2, l. fall. possono consistere nel sistematico inadempimento degli obblighi fiscali e previdenziali, in quanto tale condotta, determinando un aumento dell'esposizione debitoria della società, è intrinsecamente pericolosa per la sua salute economico-finanziaria. Ai fini della determinazione della pena, il giudice può legittimamente escludere le circostanze attenuanti generiche in presenza di una responsabilità accertata per più fatti di bancarotta, in assenza di condotte collaborative e di elementi positivi da valutare in senso favorevole. La durata delle pene accessorie può essere motivata con riferimento all'entità del dissesto cagionato e all'esposizione debitoria della società fallita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. Scarl INI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

Dott. GIORDANO Rosaria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/05/2022 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ROSARIA GIORDANO;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. GARGIULIO RAFFAELE, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte di Appello di Milano rideterminava la pena nei confronti del ricorrente, c…

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