Il giudice della prevenzione non è competente ad accertare l'esistenza e la quantificazione di un credito di lavoro controverso, in quanto tale accertamento rientra nella competenza funzionale del giudice del lavoro, in applicazione dell'art. 409 c.p.c. e ss. Il giudice della prevenzione è limitato a verificare, sulla base della documentazione prodotta, la sussistenza dei presupposti di legge per l'ammissione del credito allo stato passivo, ovvero la sua strumentalità rispetto all'attività illecita del proposto e l'insussistenza di condizioni di incolpevole affidamento del creditore, senza poter sostituirsi al giudice del lavoro nell'accertamento dell'an e del quantum del credito, che deve risultare da una precedente pronuncia cognitiva di tale giudice. Ciò in quanto la verifica del giudice della prevenzione non può surrogare una procedura di accertamento del rapporto di lavoro subordinato e dei relativi diritti di credito, la cui dimostrazione mal si concilia con il procedimento semplificato e cartolare previsto per l'ammissione dei crediti in sede di prevenzione. Pertanto, il giudice competente a conoscere della controversia relativa all'accertamento di un rapporto di lavoro subordinato e dei connessi diritti di credito, anche in caso di fallimento o confisca del datore di lavoro, è il giudice del lavoro, in applicazione del riparto di competenze stabilito dalla legge.