Il possesso di diverse sostanze stupefacenti, anche di diversa tipologia, integrate in un'unica condotta realizzata in un contesto spazio-temporale unitario, non configura un concorso formale di reati, bensì un'unica fattispecie criminosa, in applicazione del principio di specialità di cui all'art. 15 c.p. Pertanto, in tali casi, non è possibile applicare l'istituto della continuazione, essendo sufficiente la sola condanna per il reato di cui all'art. 73, comma 4, del D.P.R. n. 309/1990, con determinazione della pena in relazione alla complessiva quantità di stupefacente detenuto. La valutazione dell'elemento soggettivo del reato, invece, deve essere effettuata sulla base di un'analisi complessiva delle risultanze probatorie, senza ricorrere a presunzioni, ma verificando la sussistenza del dolo in relazione alle concrete modalità della condotta e alle circostanze del caso concreto.