Il ricorso per cassazione avverso una sentenza di appello è inammissibile se proposto personalmente dall'imputato in violazione della disciplina che prevede l'obbligo di proposizione dell'impugnazione esclusivamente da parte di difensori abilitati, ai sensi dell'articolo 613 c.p.p. Tale inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, determinata equitativamente in relazione ai profili di colpa emergenti dal ricorso stesso. La proposizione del ricorso per cassazione da parte dell'imputato personalmente, in assenza di difensore abilitato, determina l'inammissibilità dell'impugnazione ai sensi dell'articolo 606, comma 3, c.p.p. Ciò in quanto la disciplina dettata dall'articolo 613 c.p.p., come modificato dalla Legge n. 103 del 2017, prevede l'obbligo di proposizione del ricorso esclusivamente da parte di difensori abilitati. L'inosservanza di tale prescrizione normativa comporta la declaratoria di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, determinata equitativamente in relazione ai profili di colpa emergenti dal ricorso stesso, ai sensi dell'articolo 616 c.p.p. Tale soluzione normativa mira a garantire il corretto svolgimento del giudizio di legittimità, assicurando la rappresentanza tecnica dell'imputato e la qualità delle impugnazioni proposte, a tutela del diritto di difesa e del principio del giusto processo.