Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19670 del 13 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19670PEN

Massima

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Il pericolo di recidiva specifica, valutato sulla base della gravità dei fatti, delle modalità di commissione e della reiterazione dei reati, può giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, anche quando l'indagato si trovi già sottoposto agli arresti domiciliari per fatti connessi, qualora il quadro probatorio emerso nel nuovo procedimento risulti più grave rispetto a quello valutato nel precedente. Il giudice, nel motivare tale scelta, deve dare conto in modo logico e coerente degli elementi fattuali che fondano il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, senza che assuma rilievo l'eventuale "assenza di dichiarazione di disponibilità" dell'indagato, ove la misura più grave risulti comunque adeguata in relazione alla gravità e alle modalità di commissione dei fatti. La valutazione del pericolo di recidiva, pertanto, non può essere fondata su meri sospetti o presunzioni, ma deve essere ancorata a specifici elementi di fatto, debitamente illustrati nella motivazione del provvedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 13/09/2013 del Tribunale del Riesame di Torino;

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto.

FATTO

1. Con ordinanza del 13/09/2013, il Tribunale del Riesame di Torino confermava l'ordinanza con la quale, in data 20/08/2013, il g…

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