Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3067 del 25 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:3067PEN

Massima

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Il riconoscimento dell'imputato da parte della persona offesa, unitamente ad altri elementi indiziari convergenti quali il numero di targa dell'autovettura utilizzata per la commissione del reato e la mancanza di un alibi credibile, costituiscono prova sufficiente per ritenere provata la responsabilità penale dell'imputato per il reato di furto, nonostante l'impossibilità di identificare con certezza il modello e il colore dell'autovettura utilizzata. Il giudice di legittimità, infatti, non può sindacare la valutazione del giudice di merito sulla ricostruzione dei fatti e sulla prova della responsabilità penale, se tale valutazione non presenta vizi logici o contraddizioni con gli atti processuali, essendo il suo controllo limitato alla verifica della corretta applicazione delle regole della logica e della coerenza interna della motivazione. L'alibi generico e mendace fornito dall'imputato e dal suo familiare costituisce un indizio ulteriore a carico dell'imputato, in assenza di elementi di prova contrari che possano configurare un serio e verificabile alibi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato - Presidente

Dott. CARROZZA Artur - rel. Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. PI. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 13645/2008 CORTE APPELLO di TORINO, del 26/01/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MARTUSCIELLO Vittorio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FAT…

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