La sottoscrizione illeggibile del provvedimento giurisdizionale, in assenza di elementi intrinseci idonei a identificare il giudice che lo ha pronunciato, determina l'inesistenza giuridica del provvedimento stesso, in quanto la sottoscrizione costituisce requisito essenziale per l'esistenza del provvedimento, ai sensi degli artt. 132, comma 2, n. 5, e 134, comma 1, c.p.c. Pertanto, la mera apposizione di una sigla illeggibile preceduta dalla generica dicitura "il G.O.T.", senza alcuna indicazione nominativa o altro elemento identificativo del giudice, non soddisfa il requisito della sottoscrizione previsto dalla legge, comportando l'inesistenza del provvedimento. Tale principio si applica anche alle ordinanze decisorie, come quella emessa ai sensi dell'art. 186-quater c.p.c., idonee ad acquisire l'efficacia della sentenza. L'accertamento della sussistenza di tale vizio processuale, che incide sulla validità del provvedimento, deve essere effettuato esclusivamente sulla base degli elementi intrinseci al provvedimento stesso, senza poter fare riferimento a dati "ab extrinseco". La mancanza di una sottoscrizione idonea a identificare il giudice che ha pronunciato il provvedimento determina, pertanto, la sua inesistenza giuridica, non potendo essere ricondotta alla categoria della nullità.