Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12640 del 25 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:12640PEN

Massima

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Il reato di lesioni volontarie commesso dal coniuge, pur in assenza di legittima difesa, non può essere punito con la pena detentiva prevista per il delitto, ma richiede l'applicazione delle sanzioni pecuniarie o alternative previste per i reati di competenza del giudice di pace, in ossequio al principio di legalità della sanzione. Le dichiarazioni della persona offesa, se sorrette da adeguata motivazione in ordine alla loro credibilità soggettiva e attendibilità intrinseca, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, anche in assenza di altri riscontri probatori. Il diniego dell'attenuante della provocazione è legittimo quando la condotta della vittima, pur essendo stata all'origine del conflitto, non assuma i connotati dell'ingiustizia tale da giustificare la reazione violenta dell'imputato, il quale abbia agito per meri motivi di gelosia o ripicca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossell - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2603/2014 CORTE APPELLO di PALERMO, del 26/11/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LIGNOLA FERDINANDO;
Il Sostituto Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. DELEHAYE Enrico, ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITEN…

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