Tribunale Amministrativo Regionale Basilicata - Potenza sentenza n. 617 del 2013

ECLI:IT:TARBAS:2013:617SENT

Massima

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Il Regolamento Urbanistico comunale, adottato ai sensi dell'art. 16 della L.R. n. 23/1999, non può disciplinare le zone C di espansione previste dal precedente Piano Regolatore Generale, le quali restano soggette alle previsioni del PRG previgente, la cui attuazione è tuttavia subordinata alla preventiva approvazione di appositi Piani Operativi e/o Accordi di Localizzazione. Tale subordinazione risponde all'esigenza di raccordare il nuovo Regolamento Urbanistico con il vecchio PRG, al fine di evitare il proliferare di "guasti urbanistici" derivanti da una parziale e disomogenea edificazione, nonché di consentire una complessiva ridefinizione dell'assetto urbanistico della zona mediante idonei strumenti attuativi. Pertanto, il Comune non è obbligato a recepire automaticamente nel Regolamento Urbanistico i Piani Particolareggiati relativi alle zone C di espansione già approvati, ma può legittimamente subordinare l'efficacia di tali previsioni alla preventiva approvazione di nuovi Piani Operativi o Accordi di Localizzazione, in ossequio ai principi di razionale pianificazione urbanistica e di tutela dell'interesse pubblico al corretto assetto del territorio. Inoltre, il Comune, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di pianificazione, può legittimamente decidere di non dare attuazione a Piani Particolareggiati decaduti da oltre due anni, ove ritenga necessario un complessivo riordino urbanistico della zona, anche in considerazione della limitata esecuzione degli stessi e del conseguente disordine edilizio venutosi a creare. Ciò non comporta alcuna violazione del principio di tutela dei diritti acquisiti, in quanto la norma che consente l'attuazione di Piani Particolareggiati decaduti (art. 17, comma 3, L. n. 1150/1942) attribuisce al Comune una mera facoltà discrezionale, che non preclude il potere di approvare nuovi strumenti urbanistici con diversa disciplina. Infine, il Comune può legittimamente inserire in Distretti Residenziali Perequativi privati anche terreni che nel precedente PRG avevano destinazione agricola, purché siano situati in prossimità del centro urbano e abbiano finalità compensativa per i proprietari che cedono gratuitamente aree al Comune, senza che ciò integri una disparità di trattamento o un'irragionevole scelta pianificatoria.

Sentenza completa

N. 00270/2012
REG.RIC.

N. 00617/2013 REG.PROV.COLL.

N. 00270/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Basilicata

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 270 del 2012, proposto da:
((omissis)), rappresentato e difeso dall’Avv. ((omissis)), come da mandato a margine del ricorso, con domicilio eletto in Potenza Braille n. 4;

contro

Comune di Venosa, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall’Avv. ((omissis)), come da mandato a margine della memoria di costituzione ed in virtù della Del. G.M. n. 239 del 27.12.2012, con domicilio eletto, ai sensi dell’art. 25, comma 1, Cod. Proc. Amm., in Potenza presso la Segreteria di questo Tribunale;

per l'annullamento

della Del. C.C. n. 5 del 30.3.2012 (pubblicata nell’Albo Pretorio dal 1…

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