Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2664 del 24 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:2664PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, anche se non concretamente attuabile, risulta idonea a ingenerare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità o per la propria situazione professionale, a prescindere dall'effettiva verificazione del male minacciato. Ai fini della sussistenza del reato, è sufficiente che la condotta sia astrattamente idonea a suscitare nella vittima un sentimento di paura e di preoccupazione, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione. La valutazione della particolare tenuità del fatto, ai sensi del d.lgs. n. 274 del 2000, art. 34, deve essere effettuata in concreto, tenendo conto dell'esiguità del danno o del pericolo, dell'occasionalità della condotta, del minor grado di colpevolezza e dell'eventuale pregiudizio sociale per l'imputato, con riferimento alla fattispecie concretamente realizzata e non alla sola fattispecie astratta di reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/02/2020 del TRIBUNALE di NOVARA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALFREDO GUARDIANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituito Procuratore TASSONE KATE;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione.
L'Avv. (OMISSIS) si riporta ai motivi di ricorso e insiste per l'accoglimento dello stesso.
FATTO E D…

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