Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20587 del 15 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:20587PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La circostanza attenuante della provocazione (art. 62, n. 2, c.p.) richiede che vi sia un nesso di causalità psicologica tra il fatto ingiusto altrui e la reazione dell'agente, senza che sia necessaria la proporzione tra l'offesa subita e la reazione. Tuttavia, una reazione sproporzionata e inadeguata rispetto al fatto provocatorio può escludere la sussistenza del nesso causale psicologico, in quanto il fatto provocatorio diventa una mera occasione della reazione, la quale in realtà trova origine e spiegazione in altre ragioni inerenti alla personalità dell'agente, come sentimenti di vendetta, odio o rancore. Inoltre, la circostanza attenuante non può essere riconosciuta quando il fatto provocatorio è frutto di reciproche provocazioni tra l'agente e la vittima, in quanto in tal caso viene meno il requisito dell'ingiustizia oggettiva del fatto provocatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. MASI Paola - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. LANNA Angelo Valerio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/05/2022 della CORTE d'ASSISE d'APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
Preliminarmente il Presidente da' atto che il difensore di (OMISSIS), avvocato (OMISSIS), ha fatto pervenire comunicazione, tramite PEC, della sua assenza per pregresso attacco influenzale al solo fine di rendere edotta la Corte.
Il PG chiede si proceda alla trattazione.
La Corte preso atto dispone procedersi oltre e da…

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