Cassazione penale Sez. II sentenza n. 41939 del 14 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:41939PEN

Massima

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Il criterio distintivo tra il reato di truffa e quello di estorsione, quando il fatto è connotato dalla minaccia di un male, va ravvisato essenzialmente nel diverso modo di atteggiarsi della condotta lesiva e della sua incidenza nella sfera soggettiva della vittima: ricorre la prima ipotesi delittuosa se il male viene ventilato come possibile ed eventuale e comunque non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta, in modo che la persona offesa non è coartata, ma si determina alla prestazione, costituente l'ingiusto profitto dell'agente, perché tratta in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente; mentre si configura l'estorsione se il male viene indicato come certo e realizzabile ad opera del reo o di altri, in tal caso la persona offesa è posta nella ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il preteso profitto o di subire il male minacciato. Il criterio distintivo risiede quindi nella diversa modalità di incidenza della condotta sulla sfera psicologica della vittima: nella truffa, la vittima è indotta in errore e si determina a compiere la prestazione per evitare un pericolo inesistente, mentre nell'estorsione la vittima è coartata dalla minaccia di un male certo e realizzabile da parte dell'agente o di altri, essendo posta di fronte all'alternativa di subire il male o di soddisfare la pretesa illecita. Pertanto, la condotta dell'agente che, fingendosi di volta in volta di una certa autorità, avanza pretese economiche minacciando di denunciare all'autorità giudiziaria i supposti contatti tra l'interlocutore ed ipotetici minori, integra il reato di estorsione, in quanto la vittima è coartata dalla prospettiva di un male certo e realizzabile ad opera dell'agente, essendo posta di fronte all'alternativa di subire tale male o di soddisfare la pretesa illecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 170/2016 TRIB. LIBERTA' di POTENZA, del 03/11/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE CRESCIENZO UGO;
lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. FILIPPI Paola, che chiede la declaratoria di inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
(OMISSIS), sottoposto a procedimento penale per plurimi episodi di estorsioni consumate tentate, ricorre per Cassazione avverso l'ordinanza 3.11.2016 con la quale il Tribunal…

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