Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2988 del 27 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2988PEN

Massima

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Il dolo nel reato di truffa non può essere escluso dalla mera esibizione di un documento di identità valido da parte dell'imputato, in quanto tale comportamento può costituire un espediente per indurre in errore la vittima circa l'affidabilità dell'agente. Inoltre, la mancata attivazione per un tardivo pagamento o per la restituzione del bene indebitamente ottenuto, una volta verificata l'irregolarità dell'operazione, rappresenta un comportamento sintomatico della mala fede dell'imputato, il quale non può invocare la propria ignoranza del divieto di utilizzare il conto corrente di un terzo, anche se convivente, atteso che tale nozione rientra nella comune e universale conoscenza. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente ritenere provato l'elemento soggettivo del reato sulla base di una valutazione complessiva degli elementi probatori, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di fatto, salvo il riscontro di vizi logici o di manifesta illogicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 810/2008 CORTE APPELLO di ANCONA, del 11/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per inammissibilita' del ricorso;

Letti il ricorso ed i motivi proposti.

CONSIDER…

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