Il reato di violenza sessuale su minore, anche se commesso in contesto familiare problematico, non può essere ritenuto di minore gravità ai fini dell'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p. quando gli atti sessuali, pur non essendo penetrativi, hanno coinvolto zone erogene della vittima in tenera età, hanno determinato un forte turbamento psicologico e sono stati reiterati con sfrontatezza dall'autore, il quale ha approfittato della vulnerabilità della persona offesa. La valutazione della gravità del fatto deve essere complessiva, tenendo conto dei mezzi, delle modalità esecutive, del grado di coartazione sulla vittima, delle sue condizioni fisiche e psicologiche, anche in relazione all'età, senza che sia necessaria la sussistenza di un solo elemento di conclamata gravità per escludere l'attenuante. Inoltre, l'aumento di pena per la continuazione può essere giustificato dalla ripetitività dei comportamenti invasivi della sfera sessuale della minore e dalla sfrontatezza mostrata dall'imputato nell'agire anche in presenza di altri adulti.