La dichiarazione falsa di un privato al pubblico ufficiale, anche se non destinata a essere riportata in un atto pubblico definitivo, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico ai sensi dell'art. 483 c.p. quando essa sia prodromica al rilascio di un atto da parte del pubblico ufficiale. Il concetto di atto pubblico rilevante ai fini della tutela penale è più ampio di quello civilistico di cui all'art. 2699 c.c. e comprende non solo i documenti redatti da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, ma anche quelli interni e preparatori, come la dichiarazione del privato al pubblico ufficiale, qualora essa sia finalizzata al rilascio di un atto da parte di quest'ultimo. Pertanto, la falsa dichiarazione resa dal privato in sede di richiesta di rilascio di un documento (nella specie, il libretto di lavoro per cittadini stranieri extra UE) integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, a prescindere dal fatto che la dichiarazione non sia destinata a essere riportata nell'atto pubblico definitivo. Ciò in quanto la dichiarazione del privato, pur non essendo direttamente inserita nell'atto pubblico, è comunque prodromica e funzionale al suo rilascio, rientrando pertanto nella più ampia nozione di atto pubblico rilevante ai fini della tutela penale.