Il vincolo di inedificabilità assoluta di un'area, imposto da norme urbanistiche a tutela di interessi idrogeologici e di salvaguardia delle falde acquifere, esclude la possibilità di sanatoria edilizia per nuove costruzioni non residenziali realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo, anche qualora le caratteristiche costruttive dell'opera non siano idonee a recare danno o inquinamento alla falda acquifera. Infatti, la normativa sul condono edilizio del 2003 non ammette la sanatoria per le nuove costruzioni con destinazione d'uso non residenziale, limitandola ai soli ampliamenti di edifici esistenti, a prescindere dalla loro destinazione, e alle tipologie di "abusi minori" espressamente individuate. Inoltre, la presenza di un vincolo di inedificabilità assoluta, imposto prima della realizzazione dell'opera, comporta l'esclusione della possibilità di condono, a prescindere dalla valutazione dell'effettiva incidenza dell'abuso sulla tutela dell'interesse protetto dal vincolo. Infine, l'acquisizione del parere della commissione edilizia integrata non è obbligatoria nel procedimento di condono edilizio, essendo sufficiente la verifica dei presupposti e delle condizioni espressamente previsti dalla legge, senza la necessità di valutazioni tecniche.