Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7400 del 18 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:7400PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice non può assolvere l'imputato per il reato di diffamazione quando lo stesso fatto è già stato oggetto di una precedente condanna definitiva, in quanto sussiste la preclusione derivante dal giudicato penale ai sensi dell'art. 649 c.p.p. In tali casi, il giudice è tenuto ad annullare senza rinvio la sentenza assolutoria, in quanto il precedente giudicato di condanna impedisce una nuova pronuncia sul medesimo fatto. Il giudice non può quindi riesaminare il merito della vicenda, essendo vincolato dal giudicato pregresso, e deve limitarsi a dichiarare l'improcedibilità del processo per la sussistenza della preclusione. Tale principio si fonda sull'esigenza di garantire la certezza del diritto e l'intangibilità del giudicato, evitando il rischio di decisioni contrastanti sul medesimo fatto. Il divieto di un nuovo giudizio sul fatto già definitivamente accertato costituisce, pertanto, un limite inderogabile all'esercizio della giurisdizione penale, a tutela della coerenza e dell'autorevolezza dell'ordinamento giudiziario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di TRAPANI;

nei confronti di:

1) DI. GI. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/11/2004 GIUDICE DI PACE DI TRAPANI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

Udita in Pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMATO Alfonso;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO G. che ha concluso per l'ann.to c.r..

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