Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19510 del 21 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:19510PEN

Massima

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Il concorso del professionista nello svolgimento di attività illecite, anche se limitato alla mera riproduzione di dichiarazioni false fornite dal cliente, integra il reato di associazione per delinquere qualora emerga una partecipazione non occasionale e una precisa suddivisione dei ruoli all'interno di un'organizzazione criminale complessa e sofisticata, operante per un periodo prolungato di tempo. In tali casi, la misura cautelare degli arresti domiciliari risulta adeguatamente giustificata dalla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e dal concreto pericolo di reiterazione delle condotte criminose, anche in assenza di recenti contributi dell'indagato all'attività illecita, purché l'associazione risulti ancora attiva al momento dell'applicazione della misura. Né rileva, ai fini dell'esclusione dell'attualità del pericolo di reiteazione, l'eventuale applicabilità dell'indulto, atteso che la partecipazione prolungata dell'indagato all'associazione criminosa è di per sé idonea a giustificare il perdurare del pericolo di recidiva, indipendentemente dalla data dell'ultimo contributo fornito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sa. Br. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Bari depositata il 17 dicembre 2009;

Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udite le conclusioni del P.G. Dott. GALATI Giovanni che ha chiesto il rigetto;

udito il difensore avv. ((omissis)).

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Bari, in accoglimento dell'appello de libertate…

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