Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'accettazione tacita dell'opera da parte del committente, ai sensi dell'art. 1665 c.c., comma 3, determina la liberazione dell'appaltatore dalla garanzia per i vizi, anche in assenza di una formale verifica o collaudo, qualora il committente si sia sottratto ingiustificatamente all'adempimento di tale onere, nonostante la sollecitazione dell'appaltatore. L'inerzia del committente, desumibile dal mancato seguito a una delibera condominiale che prevedeva la verifica dell'opera, integra gli estremi dell'accettazione tacita, facendo venir meno il diritto del committente di contestare la conformità e la completezza dei lavori eseguiti. In tal caso, l'appaltatore ha diritto a conseguire il residuo prezzo pattuito, non potendo più il committente eccepire l'inadempimento o la non conformità dell'opera. Il principio dell'unicità del processo di impugnazione, sancito dall'art. 335 c.p.c., impone che tutte le impugnazioni proposte separatamente contro la medesima sentenza siano riunite, anche d'ufficio, in un unico processo, a pena di improcedibilità della seconda impugnazione, in applicazione del meccanismo di cui all'art. 333 c.p.c. relativo all'impugnazione incidentale.