La massima giuridica che si può estrarre dalla sentenza è la seguente: L'amministrazione è tenuta a sospendere ogni iniziativa repressiva, come l'ordine di demolizione, nei confronti di interventi edilizi abusivi per i quali sia stata presentata una domanda di condono edilizio, fino all'esito definitivo del relativo procedimento. Ciò vale anche per gli immobili ricadenti in zone vincolate, in quanto l'amministrazione è comunque tenuta a pronunciarsi sulla sanabilità dell'intervento, ai sensi dell'art. 32, comma 27, lett. d), della legge n. 269 del 2003. Il provvedimento di demolizione adottato in pendenza dell'esame della domanda di condono risulta pertanto illegittimo per violazione dell'art. 38 della legge n. 47 del 1985, che impone all'amministrazione di astenersi da ogni iniziativa repressiva che vanificherebbe a priori il rilascio del titolo abilitativo in sanatoria. Tuttavia, tale principio non si applica agli interventi abusivi non inclusi nell'istanza di condono, per i quali l'amministrazione può legittimamente adottare i provvedimenti repressivi previsti dalla normativa vigente.