Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, si appropria indebitamente di beni sottoposti a sequestro o a confisca, ovvero omette di redigere il verbale di sequestro di sostanze stupefacenti consegnategli, realizza il reato di peculato (art. 314 c.p.) e di omissione di atti d'ufficio (art. 328 c.p.). Inoltre, il pubblico ufficiale che, in concorso con altri, redige una falsa comunicazione di notizia di reato, attribuendo falsamente a terzi il compimento di condotte delittuose, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico (art. 476 c.p.) e di calunnia (art. 368 c.p.). Tali condotte, caratterizzate dall'abuso della propria posizione e dalla violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica, sono gravemente lesive del corretto esercizio della pubblica amministrazione e della tutela della libertà personale, e pertanto meritano una severa sanzione penale, senza che possano essere rilevanti a fini di attenuazione della pena l'assenza di precedenti penali o il ruolo subordinato nell'ambito dell'operazione illecita, atteso il disvalore sociale delle condotte poste in essere.