Il reato di estorsione sussiste anche quando la violenza o la minaccia vengono utilizzate dall'agente per ottenere l'adempimento di un'obbligazione naturale, per la quale non è data azione davanti al giudice, in quanto la richiesta di una dazione patrimoniale, pur se giuridicamente infondata, integra comunque l'ingiustizia del profitto richiesto. Inoltre, il fatto che la persona offesa abbia apparentemente accettato di corrispondere la somma richiesta non esclude la configurabilità del reato di atti persecutori, qualora tale accettazione sia riconducibile a uno stato di timore e soggezione determinato dalle condotte aggressive e minacciose dell'agente, il quale abbia posto in essere azioni tipiche dello stalker, come pedinamenti, controlli, reiterate chiamate telefoniche, tali da cagionare nella vittima una situazione di ansia e paura. La circostanza attenuante di cui all'art. 62, comma 1, n. 4 c.p. non è applicabile qualora l'ammontare della somma pretesa sia comunque significativo, in quanto tale elemento esclude l'esiguità del profitto ingiusto.