Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 51675 del 11 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:51675PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La causa di non punibilità della provocazione, prevista dall'art. 599 c.p., comma 2, richiede che tra il fatto ingiusto altrui e la reazione dell'agente vi sia una reale contiguità temporale, intesa in senso relativo, tale da far ritenere che la reazione sia stata determinata dall'immediato insorgere dello stato d'ira, e non da un sentimento di odio o rancore a lungo covato. Pertanto, il decorso di un considerevole lasso di tempo tra il fatto ingiusto e la reazione esclude il nesso eziologico tra gli stessi, e comporta l'inapplicabilità della scriminante della provocazione. La valutazione della sussistenza di tale requisito di immediatezza va effettuata in relazione alle specifiche circostanze di ciascun caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2132/2012 CORTE APPELLO di ROMA, del 31/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/12/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ANIELLO Roberto che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che si riporta ai motivi e ne chiede accoglimento.

R…

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