Il giudice di legittimità, nel valutare la fondatezza dei motivi di ricorso per cassazione, è tenuto a verificare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità previsti dalla legge, in particolare la chiara e puntuale indicazione degli aspetti di fatto rilevanti, del modo in cui i giudici di merito li hanno decisi, delle diverse regole di diritto la cui applicazione avrebbe condotto a diversa decisione, nonché il rispetto del principio di autosufficienza del ricorso. L'inosservanza di tali requisiti comporta l'inammissibilità del ricorso, senza che il giudice di legittimità possa procedere all'esame della fondatezza delle tesi difensive, in quanto ciò richiederebbe un'attività di ricostruzione e scomposizione del motivo non consentita. Inoltre, la violazione degli articoli 115 e 116 c.p.c. è apprezzabile in sede di legittimità solo nei limiti del vizio di motivazione di cui all'art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c., dovendo emergere direttamente dalla lettura della sentenza, senza possibilità di riesame degli atti di causa. Infine, il ricorso incidentale condizionato è assorbito dall'inammissibilità del ricorso principale.