Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5514 del 4 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5514PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, è configurabile anche nei confronti di soggetti che, pur non facendo parte di un'associazione di tipo mafioso, pongano in essere comportamenti minacciosi tali da richiamare alla mente e alla sensibilità della vittima quelli comunemente ritenuti propri di chi appartenga a un siffatto sodalizio criminoso, in quanto la circostanza aggravante consiste nel fatto che la violenza o la minaccia assumono la veste propria della violenza o della minaccia mafiosa, ossia una forma di intimidazione ben più penetrante, energica ed efficace derivante dalla prospettazione della sua provenienza da un gruppo criminale organizzato. Pertanto, ai fini dell'applicazione di tale aggravante, non è necessario che il soggetto agente faccia parte di un'associazione mafiosa, essendo sufficiente che la sua condotta minacciosa evochi il modus operandi tipico della criminalità organizzata di stampo mafioso, indipendentemente dalla sua effettiva appartenenza a un simile sodalizio. La desistenza volontaria, quale causa di esclusione della punibilità, postula che l'interruzione dell'attività criminosa avvenga per libera determinazione dell'agente, senza l'influenza di fattori esterni che possano incidere sulla sua volontà, come l'intervento delle forze dell'ordine o la denuncia della vittima. Pertanto, la Corte di merito ha correttamente escluso la sussistenza della desistenza volontaria laddove l'attività estorsiva sia stata interrotta da tali fattori esterni, indipendenti dalla libera determinazione degli imputati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. TADDEI M. - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS) nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza n. della Corte d'appello di Napoli, 5a sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Margherita B. Taddei;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto di entrambi i ricorsi.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza …

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