Cassazione penale Sez. III sentenza n. 3273 del 26 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:3273PEN

Massima

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Il sequestro probatorio di una somma di denaro può essere legittimamente disposto quando, sulla base di elementi indiziari, emerga un ragionevole collegamento tra il denaro e l'ipotesi di reato oggetto di indagine, anche in assenza di un accertamento definitivo della commissione del reato. Il vincolo di pertinenza tra il denaro e il reato può essere desunto da circostanze quali l'occultamento della somma in più luoghi dell'abitazione, l'assenza di fonti di reddito lecite che ne giustifichino il possesso, la mancata prova della provenienza legittima del denaro. Il provvedimento del giudice che rigetta l'istanza di dissequestro è ricorribile per cassazione non solo per violazione di legge, ma anche per vizi di motivazione, purché il controllo di legittimità si limiti a verificare la congruità e la logicità delle argomentazioni rispetto al fine giustificativo del provvedimento, senza poter sindacare gli apprezzamenti di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LUPO Ernesto - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Ca. Ci. nata il (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 2.3.2009 del GIP del Tribunale di Roma;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMORESANO Silvio;

sentite le conclusioni del P.G., Dott. SALZANO Francesco, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1) Con ordinanza in data 2.3.2009 il GIP del Tribunale di Roma rigettava l'istanza di restituzione della somma di denaro, sequestrata dalla p.g. in da…

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