Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24101 del 15 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24101PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, nell'applicare una misura di prevenzione personale, può autonomamente valutare gli elementi probatori acquisiti in precedenti procedimenti penali, anche se sfociati in provvedimenti assolutori o annullati per vizi di motivazione, purché dia conto in modo adeguato delle ragioni per cui tali elementi siano sintomatici dell'attuale pericolosità sociale del proposto. L'appartenenza accertata del proposto a un'associazione di stampo mafioso, salvo prova contraria, è sufficiente a fondare il giudizio di pericolosità attuale, senza necessità di una specifica motivazione sull'attualità della stessa, in considerazione della nota, stabile e pervasiva capacità criminale delle organizzazioni mafiose. Il sindacato di legittimità sulla motivazione del provvedimento di prevenzione è limitato alla sola ipotesi di motivazione inesistente o meramente apparente, essendo preclusa la censura per illogicità manifesta. La durata e le modalità della misura di prevenzione applicata, se adeguatamente rapportate alla pericolosità del soggetto, sono insindacabili in sede di legittimità, così come l'imposizione di una cauzione, provvedimento non impugnabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella Patrizia - Presidente

Dott. NOVIK Adet Toni - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO F. M. Silvio - Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 19/06/2015 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ADET TONI NOVIK;
lette le conclusioni del PG Dott. FIMIANI Pasquale, che chiede di dichiarare inammissibile il ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con decreto emesso in data 19 giugno 2015, la Corte di Appello di Reggio Calabria ha confermato il decreto con cui in primo grado (il (OMISSIS)) era…

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