Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20620 del 24 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:20620PEN

Massima

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Il reato di danneggiamento con violenza sulla persona o su cosa esposta alla pubblica fede, di cui all'art. 635 c.p., richiede che la condotta violenta o minacciosa sia contestuale al danneggiamento stesso, nel senso che il danneggiamento deve essere stato compiuto quando è ancora in atto la condotta violenta o minacciosa dell'agente. La ragione della incriminazione risiede nella maggiore pericolosità manifestata dall'agente nell'esecuzione del reato. Pertanto, qualora tra la condotta violenta o minacciosa e il danneggiamento vi sia stata una soluzione di continuità, il danneggiamento non può ritenersi contestuale e dunque non integra la fattispecie aggravata di cui all'art. 635 c.p., comma 1. In tal caso, il danneggiamento potrebbe eventualmente configurare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ex art. 392 c.p., qualora sussista il nesso di strumentalità con l'azione violenta o minacciosa precedente, ovvero risultare penalmente irrilevante ove tale nesso non sia ravvisabile. Ai fini della configurabilità del reato di danneggiamento con violenza sulla persona, non è necessario che la violenza o la minaccia siano strumentali al danneggiamento, essendo sufficiente che siano contestuali, ma tale contestualità va intesa nel senso che il danneggiamento deve essere stato compiuto quando è ancora in atto la condotta violenta o minacciosa dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/1/2017 della Corte d'appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Di Leo Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Ancona ha …

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