Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14582 del 27 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:14582PEN

Massima

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Il metodo mafioso, elemento strutturale del reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p., non richiede necessariamente la prova di specifici atti di violenza o intimidazione, potendo essere desunto da circostanze obiettive che dimostrino la capacità attuale dell'associazione di incutere timore e di determinare condizioni di assoggettamento e omertà nel contesto sociale di riferimento. Tuttavia, è necessario che tale capacità intimidatrice si traduca in atti specifici, riferibili a uno o più soggetti, suscettibili di valutazione al fine dell'affermazione dell'esistenza del metodo mafioso. Inoltre, la prova dell'autonomia di una struttura associativa di tipo mafioso rispetto all'organizzazione criminale di origine deve fondarsi sull'accertamento della sua effettiva capacità di radicarsi nel territorio di operatività, di esteriorizzare la propria forza intimidatrice e di determinare concretamente situazioni di distorsione e condizionamento dei comportamenti e delle scelte degli operatori economici e sociali di quel contesto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Torino il 13/11/2012;

visti gli atti, la sentenza impugnata e i ricorsi;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Paolo Micheli;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Volpe Giuseppe, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio sia della sentenza che dell'ordinanza della Corte di…

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