La chiusura di un esercizio commerciale ai sensi dell'art. 22 del d.lgs. n. 114/1998 non può essere disposta per il mero riscontro di irregolarità edilizie relative ad aree esterne all'attività di vendita, in assenza dei presupposti espressamente previsti dalla legge, quali la sospensione dell'attività per oltre un anno, la mancanza dei requisiti di cui all'art. 5, comma 2, del medesimo decreto, l'ulteriore violazione delle prescrizioni in materia igienico-sanitaria o lo svolgimento abusivo dell'attività commerciale. Pertanto, il provvedimento di chiusura adottato in tali circostanze è illegittimo per carenza dei presupposti di legge, difetto di motivazione e di istruttoria, nonché per eccesso di potere per sviamento, in quanto l'amministrazione utilizza impropriamente la sanzione prevista per lo svolgimento abusivo dell'attività commerciale per contestare irregolarità di natura edilizia su aree esterne ai locali ove si svolge la vendita, specie quando tali abusi edilizi siano stati oggetto di domande di sanatoria non ancora definite.