Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19164 del 7 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:19164PEN

Massima

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La sussistenza di una circostanza aggravante, e non la sua concreta applicazione, costituisce condizione sufficiente per l'esclusione dall'ambito di applicazione dell'indulto. Pertanto, il beneficio dell'indulto non può essere riconosciuto qualora risulti contestata una circostanza aggravante, indipendentemente dalla sua effettiva incidenza sulla determinazione della pena. In particolare, l'aggravante prevista dall'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, relativa alla finalità di agevolare l'attività di associazioni di tipo mafioso, è ostativa all'applicazione dell'indulto anche quando la pena concretamente inflitta non sia l'ergastolo, in quanto tale aggravante, pur non esplicando effetti sulla quantificazione della pena, assume rilievo in relazione al maggior disvalore del fatto, esprimendo la volontà di rafforzare il predominio territoriale dell'associazione mafiosa. Inoltre, tale aggravante assorbe la circostanza aggravante comune dei "motivi abietti" di cui all'art. 61, n. 1, c.p., quando questa sia contestata in riferimento alla finalità di favorire o consolidare l'associazione mafiosa, mentre si ha concorso di circostanze se il motivo abietto è ascrivibile ad una ragione non interamente sussumibile nel paradigma dell'aggravante speciale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RU. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 29/04/2008 CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CASSANO MARGHERITA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. STABILE Carmine, che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. Il 29 aprile 2008 la Corte d'assise d'appello di Catania, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettav…

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