Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42805 del 19 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:42805PEN

Massima

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Il dolo diretto alternativo di tentato omicidio può essere configurato quando l'azione criminosa, caratterizzata da estrema violenza e modalità tali da palesare l'intenzione di uccidere, cagioni gravi lesioni alla vittima, a prescindere dal fatto che l'agente abbia agito per motivi di rabbia o frustrazione conseguenti a precedenti aggressioni subite. Ciò in quanto il dolo deve essere valutato complessivamente, senza operare artificiose divisioni tra le diverse fasi dell'azione delittuosa, tenendo conto della differenza di età tra aggressore e vittima, della gravità delle lesioni riportate e delle espressioni utilizzate dall'imputato idonee a dimostrare l'animus necandi. Inoltre, il fatto che l'imputato abbia contattato le forze dell'ordine non esclude necessariamente l'esistenza del dolo di omicidio, potendo tale condotta essere spiegata anche dalla progressiva perdita di lucidità dovuta alla copiosa emorragia subita. Pertanto, il dolo diretto alternativo di tentato omicidio può essere ravvisato anche quando l'azione criminosa scaturisca da un precedente stato di aggressione subita dall'imputato, purché le modalità della condotta e le sue conseguenze siano tali da far ritenere che l'agente abbia agito con l'intenzione di cagionare la morte della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3530/2015 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 19/01/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere dott. Aldo Esposito;
udite le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. DI LEO Giovanni, che chiedeva l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 19/01/2016 la Corte di appello di Bologna confermava la sentenza del …

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