Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23839 del 31 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23839PEN

Massima

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La confisca dei beni può essere disposta quando risulti una sproporzione rilevante tra il valore dei beni posseduti dal condannato e i redditi dichiarati o l'attività economica svolta, in assenza di una giustificazione plausibile circa la legittima provenienza di tali beni. La motivazione sulla confisca deve essere specifica e non può essere meramente richiamata dalla motivazione sommaria del rito abbreviato. La titolarità fittizia dei beni intestati a familiari o terzi non è sufficiente a escludere la confisca, qualora non sia adeguatamente comprovata la legittima provenienza dei beni stessi. L'onere della prova grava sul condannato, il quale deve fornire elementi concreti e documentali idonei a giustificare la legittima acquisizione del patrimonio sottoposto a confisca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

(OMISSIS), nato il giorno (OMISSIS);

(OMISSIS), nato il giorno (OMISSIS);

avverso la sentenza 25 settembre 2012 della Corte di appello di Napoli.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Luigi Lanza.

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale dott. LETTIERI Nicola che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' dei ricorsi.

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