Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35467 del 23 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35467PEN

Massima

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Il concorso dell'indagato in episodi di estorsione commessi in ambito mafioso costituisce di per sé grave indizio di partecipazione all'associazione criminale, senza che siano necessarie ulteriori prove di frequentazione con altri associati. Nell'accertare l'esistenza del reato di associazione mafiosa, il giudice deve tenere conto di tutte le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche se in apparente contraddizione, e valutare le intercettazioni in relazione ai reati fine contestati, senza limitarsi a considerazioni generiche sulla loro rilevanza. Eventuali contraddizioni nella motivazione del provvedimento, come nel caso di diversa valutazione della credibilità di uno stesso collaboratore, devono essere risolte dal giudice del rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica di Napoli;

avverso l'ordinanza del Tribunale di Napoli, in data 18/07/2012;

nei confronti dell'indagato:

(OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.

OSSERVA

Con ordinanza del 29/06/2012, il Giudice per le inda…

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