Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47313 del 12 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:47313PEN

Massima

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Il dolo di calunnia richiede la cosciente e volontaria falsità dell'accusa, non essendo sufficiente la semplice erronea convinzione della colpevolezza dell'incolpato, purché tale convincimento si basi su elementi seri e concreti e non su mere supposizioni. Il dubbio dell'agente sulla colpevolezza dell'incolpato comporta la pronuncia di una decisione assolutoria con la formula "perché il fatto non costituisce reato". L'esclusione dell'elemento intenzionale del reato di calunnia è conforme a tale principio di diritto laddove risulti che la condotta dell'imputato, pur potendo apparire sintomatica di una falsa incolpazione, fosse in realtà finalizzata a esaltare la propria non pericolosità e ad evitare l'adozione di un ulteriore provvedimento limitativo della libertà personale, senza che vi fosse la coscienza della falsità dell'accusa. Il sindacato di legittimità sulla valutazione in tal senso operata dal giudice di merito è precluso, in assenza di manifeste aporie logiche o errori di diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Roma;

avverso sentenza della Corte di Appello di Roma resa in data 20 novembre 2006;

nei confronti di:

DE. MA. An. ;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dott. Anna Maria Fazio;

udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Giovanni D'Angelo che ha concluso pe…

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