Il contumace ha diritto alla restituzione nel termine per impugnare la sentenza di condanna, salvo che non sia provata la sua effettiva conoscenza del procedimento e la volontaria rinuncia a comparire o a proporre impugnazione. L'onere di provare tali presupposti escludenti il diritto alla restituzione incombe sul giudice, non potendosi presumere la conoscenza effettiva da parte dell'imputato. In assenza di tale prova, il giudice deve disporre la restituzione nel termine per l'impugnazione, dichiarando nel contempo la non esecutività della sentenza pronunciata in contumacia. Tale disciplina, prevista dall'art. 175 c.p.p. comma 2 nel testo previgente rispetto alle modifiche introdotte dalla L. n. 67 del 2014, si applica ai procedimenti contumaciali definiti secondo la normativa antecedente all'entrata in vigore di tale legge, mentre l'istituto della rescissione del giudicato di cui all'art. 625-ter c.p.p. si applica solo ai procedimenti in cui è stata dichiarata l'assenza dell'imputato a norma dell'art. 420-bis c.p.p., come modificato dalla L. n. 67 del 2014.