Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12481 del 24 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:12481PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o promettere indebitamente denaro o altra utilità, commette il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, anche nella forma tentata, salvo che il soggetto indotto non abbia ceduto alla richiesta illecita. In tal caso, il soggetto indotto, pur avendo subito la condotta induttiva, non avendo concorso nel reato, è legittimato a richiedere il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla lesione della propria libertà di autodeterminazione. Il giudice, nel liquidare il danno morale in via equitativa, deve tenere conto della condizione socio-economica della vittima e della gravità della condotta illecita posta in essere dal pubblico agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 12 maggio 2022 della Corte di appello di Campobasso;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Fabrizio D'Arcangelo;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Tomaso Epidendio, che ha chiesto il rigetto del ricorso;
letta la memoria dell'avvocato (OMISSIS), nell'interesse della parte civile (OMISSIS), ch…

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