Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30518 del 15 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:30518PEN

Massima

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Il mancato rinvenimento del bene pignorato e affidato in custodia all'imputato, unitamente alla prova della sua avvenuta vendita, integra il reato di sottrazione di cose sottoposte a sequestro o a pignoramento di cui all'art. 388 c.p., a prescindere dalla corretta indicazione delle generalità della persona offesa nella querela, essendo sufficiente che questa sia stata proposta nei confronti del custode del bene. L'elemento psicologico del reato è integrato dalla consapevolezza dell'obbligo di custodia e dalla volontà di disfarsi del bene, senza che rilevi la pretesa volontà della parte lesa di rimettere la querela, non risultando tale circostanza provata. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova e nel diniego delle attenuanti generiche, purché la motivazione sia congrua e logica, senza che tali valutazioni possano essere censurate in sede di legittimità, salvo vizi di manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 595/2011 CORTE APPELLO di LECCE, del 16/10/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VINCENZO ROTUNDO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

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