Il vincolo di inedificabilità assoluta derivante dalla fascia di rispetto cimiteriale, previsto dall'art. 338 del R.D. n. 1265/1934, impone il rigetto dell'istanza di concessione in sanatoria e l'ordine di demolizione delle opere abusive, anche se realizzate in epoca antecedente all'imposizione del vincolo e in assenza di nuove costruzioni, non potendo il mero decorso del tempo far sorgere alcun affidamento tutelabile. Infatti, la competenza al rilascio della concessione edilizia e all'adozione dei provvedimenti sanzionatori in materia di abusi edilizi spetta al dirigente comunale, in applicazione dell'art. 51 della L. n. 142/1990 e successive modifiche, e non più al Sindaco, essendo tale norma immediatamente precettiva. Pertanto, il provvedimento impugnato, adottato dal dirigente comunale, è legittimo, in quanto l'art. 338 del R.D. n. 1265/1934 prevede un vincolo di inedificabilità assoluta, non derogabile nemmeno dalle successive modifiche normative che hanno consentito ai Comuni di ridurre la fascia di rispetto e ammettere interventi di recupero, in quanto tali deroghe non erano previste nella disciplina vigente all'epoca della realizzazione dell'abuso.