Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20508 del 13 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:20508PEN

Massima

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Il reato di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) sussiste quando una norma giuridica obbliga il privato a dichiarare il vero nell'atto pubblico, attribuendo a tale dichiarazione efficacia probatoria e collegando specifici effetti giuridici all'atto stesso. Ciò si verifica, in particolare, nei casi in cui la legge prevede l'obbligo di presentare una denuncia, la cui attestazione è idonea ad attivare un determinato procedimento amministrativo, come nel caso della denuncia di locazione in nero prevista dal d.lgs. n. 23 del 2011, art. 3, vigente ratione temporis, che determinava l'applicazione di una disciplina legale in materia di durata e canone del contratto di locazione non registrato. In tali ipotesi, la falsa dichiarazione contenuta nella denuncia, destinata a provare i presupposti per l'attivazione del procedimento amministrativo, integra il reato di falso ideologico, in quanto la norma giuridica impone al privato l'obbligo di affermare il vero nell'atto pubblico, al fine di ottenere gli effetti giuridici previsti dalla legge. La modifica della qualificazione giuridica operata in sede di appello, da truffa a falso ideologico, è conforme ai principi di correlazione tra accusa e sentenza, in quanto il fatto storico contestato è rimasto immutato e l'imputato ha avuto la possibilità di esercitare pienamente il suo diritto di difesa, anche in relazione alla nuova qualificazione giuridica, impugnandola con il ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/03/2017 della Corte di appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Barbara Calaselice;
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. BIRRITTERI Luigi, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non sussiste.
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo …

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